Reso famoso da Dante, il castello di Gradara porta con sé una storia d’amore antica e struggente.
Paolo e Francesca, collocati da Dante all’inferno nella sua Divina Commedia, non sono una favola ma personaggi realmente esistiti.
Francesca da Polenta fu data in sposa dal padre a Giovanni Malatesta dopo che quest’ultimo lo aveva aiutato a cacciare i Traversari.
Il povero Giovanni però non era ne di bell’aspetto ne di buon carattere e si temeva che la giovane Francesca potesse rifiutare le nozze.
Il padre decise così di mandare Paolo il bello, fratello di Giovanni.
Francesca dopo averlo visto si disse contenta di sposarlo e non ebbe problemi a pronunciare il si di fronte all’altare.
Purtroppo l’inganno venne rivelato il giorno dopo, quando lei si trovò accanto Giovanni e non Paolo.
Scoprì così che il giovane era stato mandato per sposarla in nome e per conto del fratello.
Per quanto disperata all’inizio, presto si rassegnò ed ebbe una figlia, che chiamò Concordia come la suocera.
Paolo, proprietario di varie terre nei dintorni di Gradara, faceva spesso visita alla cognata, probabilmente pentito di aver preso parte all’inganno.
Uno dei fratelli però, si accorse dei loro frequenti incontri segreti.
Nel settembre del 1289 Paolo passò per una delle solite visite e qualcuno avvisò Giovanni.
Quest’ultimo, che ogni mattina partiva per Pesaro per eseguire la sua carica di Podestà e tornava normalmente a tarda sera, quel giorno tornò prima.
Quella sera Paolo e Francesca stavano leggendo la storia di Lancillotto e Ginevra e si scambiarono, almeno secondo la versione di Dante, un casto bacio.
Giovanni, arso dalla gelosia, li uccise entrambi.
Nel corso dei secoli, poeti e artisti di ogni genere si sono ispirati a questa tragica storia d’amore per le proprie opere rendendo il castello e il paese famoso.
Ma la sua storia non si ferma qui.
Dopo la tragedia di Paolo e Francesca, arrivò a Gradara Lucrezia Borgia, seconda moglie di Giovanni Sforza.
La giovane, che viene sempre ricordata come perversa e corrotta, era in realtà una ragazza molto giovane completamente sottomessa al padre, il Papa Alessandro VI Borgia.
Questi, obbligava la figlia a contrarre e sciogliere matrimoni, a seconda della persona con cui aveva a mezzo loschi affari.
Chi non accettava subito di terminare il matrimonio, veniva aimè avvelenato.
Il castello rappresenta in ogni angolo la sua storia, i suoi avvenimenti le gioie e i dolori vissuti tra quelle mura. Il tutto talmente ricco di particolari da rendere vivo ogni centimetro. Uno spettacolo imperdibile.