Il Mausoleo di Teodorico è situato a circa 1 Km a nord-est dal centro di Ravenna.
Teodorico, Re dei Goti che morì nel 526, volle costruirselo
cercando una pietra grandissima che ne costituisse la copertura.
Questa misura 11 m di diametro e circa m 3 di spessore, il suo
peso si aggira sulle 300 tonnellate.
La costruzione risulta
realizzata tutta quanta in grossi blocchi di calcare ippuritico
istriano, ben squadrati e saldamente connessi, senza calce fra
loro. L'edificio s'articola in due ordini, uno sopra ed uno
sotto.
Quello inferiore, decagonale, presenta esternamente in
ogni lato un'ampia e profonda nicchia, su cui gira un arco a
tutto sesto formato da conci di pietra dentati.
Nella nicchia
volta verso ovest è ricavata la porta che dà accesso
ad un vano in forma di croce, coperto a crociera e tenuamente
rischiarato dalla luce di sei finestrelle a forte sguancio,
le quali permettono di constatare lo spessore veramente considerevole
dei musi portanti. Quest'ambiente dovette esser destinato a
cappella per lo svolgimento della liturgia funebre.
L'ordine
superiore, un po' più ristretto, è anch'esso decagonale,
ma la parte di coronamento si trasforma in circolare.
Esternamente
proprio al di sotto della pesante copertura monolitica gira
un fregio, il cui motivo, di ispirazione nordica, è detto
"a tenaglia".
Lungo il giro del blocco monolitico,
che serve a suggellare la tomba regale, sporgono, ad uguale
distanza, dodici anse attraversate da fori, che dovettero servire
d'ancoraggio ai canapi destinati ad essere manovrati in modo
tale da permettere le difficili operazioni di sollevamento.
Il secondo ordine è internamente circolare, al centro
di esso è collocata una vasca di porfido, in cui trovò
sepoltura Teodorico.
Alzando lo sguardo al blocco monolitico della copertura, si vede chiaramente che essa è attraversata da una fenditura. Stando a quanto narra una leggenda, essa sarebbe stata causata da un fulmine abbattutosi sul Mausoleo in un giorno in cui Teodorico (il quale sarebbe stata predetta la morte per uno schianto di folgore) vi si sarebbe, ma invano, rifugiato durante l'infuriare d'un terribile temporale.