Omaggio a François Truffaut

Omaggio a François Truffaut
Luogo: Teatro Masini
Categoria: Concerto, Festival
Periodo: Martedì 28 ottobre - 21:00

Descrizione


Uno spettacolo per immagini dove pezzi jazz strutturati e improvvisazioni di grande suggestione vengono proposti dalla jazzista romana e i suoi compagni di viaggio, in onore del grande regista scomparso nel 1984.

La magia e le inquietudini del regista francese erano state tradotte in note dalla pianista romana nel 1998 con l’album “The woman at next door“, registrato per l’etichetta francese Label Bleu. In quell’occasione la Marcotulli era accompagnata da musicisti d’eccezione come Roberto Gatto, Enrico Rava, Javier Girotto, e condensava in un album composizioni ispirate ai film di Truffaut come Il ragazzo selvaggio, Baci rubati, a rielaborazioni di celebri temi di alcune colonne sonore del regista francese, come quella dei 400 colpi.

Poi Label Bleu chiuse i battenti, e il disco non era più reperibile. Cosi nel 2009 la pianista ha deciso di reincidere i brani, la squadra di musicisti era quasi immutata, e anche lo spirito originario del progetto, che in occasioni come quella del festival romano rivive sul palco.

La Marcotulli ha tradotto in musica il tema della fuga, della memoria, quelli legati ad un personaggio caratteristico come l’Antoine Doinel di Baci rubati, la sua instabilità ricca di umanità e di una voglia di vivere particolare. Una voglia di mettersi in gioco, di provarsi,  di correre il rischio della ricerca di una propria trada nel mondo, quel capitolo che nella performance ha il nome di “The song of experience”. Uno dei meriti del gruppo è quello di giocare conoscendo bene il proprio ruolo, senza ammiccare al pubblico né diventando didascalia del flusso visivo.

Quello che la Marcotulli mette in scena è un dialogo equilibrato con le scene di Truffaut. Sulla scena la pianista romana lascia molto spazio ai suoi compagni musicisti e li sostiene nella parte armonica. Il tutto in un perfetto interplay con la fisarmonica di Vince Abbracciante, piena di pathos, l’energia della batteria di Roberto Gatto nei passaggi più hard-bop, oppure la leggerezza di Aurora Barbatelli con la sua arpa celtica e la “voce”, i fiati di Javier Girotto a cui è affidata l’esposizione melodica.

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