Descrizione
Questa azione di teatro civile affronta un capitolo dimenticato della storia: il massacro di Debre Libanòs, avvenuto per mano italiana in Etiopia nel 1937. Si tratta del più grande eccidio di cristiani copti avvenuto in Africa; una pagina riprovevole del passato del nostro paese, che non ha mai trovato giustizia. Lo spettacolo, il cui testo è tratto dal libro di Paolo Comentale (Edizioni di Pagina), richiama le grandi categorie del teatro greco, trovando il suo motivo nella speranza che dal male possa nascere un miglioramento della società. È la necessità di denunciare –anche con gli strumenti dell’arte scenica– la deriva autoassolutoria che troppo spesso fagocita i fatti trasformandoli in oblìo; e di affermare la repulsione per ogni crimine di guerra, in ogni tempo e in ogni luogo.
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