Descrizione
“Il mio balletto punta sul tema del desiderio così come lo viviamo oggi, condizionati da quello che hanno gli altri e da un sistema capitalistico che ci spinge di continuo a desiderare nuove cose – spiega il coreografo Philippe Kratz – Siamo immersi in una società che ci invita a volere sempre di più, a consumare di più, a fissarci sulle nostre mancanze e a paragonarci costantemente agli altri. Ma non ho intenti moralistici, voglio solo mettere in luce certi comportamenti.
Sebbene si riesca a realizzare una parte dei nostri sogni, qualcosa rimarrà sempre per noi inarrivabile.
A differenza della fiaba di Andersen, qui non c’è redenzione: K perde progressivamente il senso della realtà, non riesce più a entrare in risonanza con gli altri e diventa un mostro.”
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